Piero
Calamandrei raccontava questa storiella a proposito dell’indifferenza per la
politica:
Due
emigranti traversavano l’oceano su un piroscafo traballante.
Uno dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: «Ma … siamo in pericolo?», e questo dice: «Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!». Quello dice: «Che me ne importa, non è mica mio!».
Uno dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: «Ma … siamo in pericolo?», e questo dice: «Se continua questo mare, il bastimento tra mezz’ora affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno e dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, tra mezz’ora il bastimento affonda!». Quello dice: «Che me ne importa, non è mica mio!».
Questo
breve apologo mette in luce quella che è l’essenza della nostra democrazia: la
partecipazione. Una partecipazione che si è mutata, nel breve tempo, in
indifferenza o in aperta ostilità, conducendo molta gente al distacco e al
disinteresse nei confronti della politica. In verità, la nostra Costituzione e
il nostro ordinamento ci invitano chiaramente ad utilizzare questa facoltà di
scelta. L’articolo 49 recita così: tutti i cittadini hanno diritto […] a
determinare la politica nazionale.
Che
senso ha avere un diritto, e non utilizzarlo? Non equivale forse a non averlo?
Certo,
facile accusare: più difficile è collaborare per proporre e costruire. Più
difficile, perché così ci si assume la responsabilità di ciò che si è fatto, di
ciò che si è costruito, senza poterla più addossare ad altri.
Questo
solo può salvare il nostro Paese dal deficit di democrazia che si sta
producendo: l’esercizio della libertà, che sta diminuendo parallelamente allo
strisciare della crisi economica.
D’altronde,
non lo diceva anche Gaber? “La libertà non è uno spazio libero, libertà è
partecipazione”.
di Francesco Turra
Nessun commento:
Posta un commento