Domenica 9 novembre noi Giovani Democratici e altre associazioni ci siamo trovati per discutere a riguardo la riforma della scuola, per poi scrivere un documento da inviare al governo.
Ė stato un pomeriggio produttivo e interessante: abbiamo discusso molto per trovare dei punti in comune tra tutte le idee diverse. Ribadendo la proficuità della giornata e ringraziando tutti i partecipanti, pubblichiamo di seguito i punti più importanti:
-PIÙ ORE DI DIRITTO: in molte scuole non viene studiato, ad esempio in molti licei; riteniamo che sarebbe più che giusto iniziare lo studio di questa materia almeno dal triennio;
-EDUCAZIONE CIVICA: dovrebbe diventare nella vita dello studente un elemento essenziale in vista della formazione del cittadino;
-RELIGIONE: andrebbe sostituita con un'ora di Ed.Civica;
-DIGITALIZZAZIONE: per noi è prioritario fornire tutte le scuole dell'adeguata dotozione, appianando le divergenze materiali e promuovendo un'opera di digitalizzazione e informatizzazione;
-SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (MEDIA): sarebbe opportuno creare un collegamento di questo grado di istruzione con il biennio dell'istruzione superiore, al fine di consentire allo studente una migliore scelta dell'indirizzo di studio;
-DIRITTO ALLO STUDIO: deve essere garantita ad ogni studente la possibilità di fruire di ogni livello di istruzione, tenendo conto delle situazioni economiche personali, anche attraverso l'allargamento delle borse di studio;
-VERIFICA COMPETENZE INSEGNANTI: le competenze degli insegnanti dovrebbero essere verificate periodicamente per confermare la loro idoneità all'insegnamento.
sabato 29 novembre 2014
martedì 25 novembre 2014
Peppino Impastato, il coraggio di opporsi...
A Peppino Impastato non piacevano
affatto le idee mafiose. A Peppino Impastato non piaceva affatto la
forte presenza di queste ultime nella sua famiglia, in quanto diversi
parenti erano appartenenti alla mafia.
Fin da giovane si era opposto a questo
e ne aveva pagato le conseguenze, essendo stato cacciato di casa dal
padre.
Dopo questo episodio aveva avviato
un'attività politico-culturale antimafiosa e non aveva mai
abbandonato i suoi ideali, perché vi credeva fermamente e sarebbe
stato capace di dare la vita per difenderli.
Così, del resto, finì la sua storia.
Ucciso per aver lottato contro la
mafia, ucciso per aver provato a dare una voce a chi ogni giorno
subiva attacchi intimidatori da gente mafiosa o a chi, semplicemente,
aveva paura e capiva che la situazione era grave.
Aveva 30 anni e morì dilaniato
dall'esplosione di una carica di tritolo, postata da un assassino
inviato da Cosa Nostra, movimento di stampo mafioso-terroristico.
Quel 9 maggio 1978, però, spesso non
viene ricordato come il giorno della morte di Peppino Impastato, ma
del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro.
Ma noi, tutti, dobbiamo ricordarlo,
affinché gli errori commessi in passato ci insegnino a non
commetterli più, affinché la lotta contro la mafia non abbia mai
fine, affinché tutti siano consapevoli di chi agisce indisturbato e
agiscano loro stessi per fermarli, perché dove c'è speranza c'è
vittoria, o meglio, dove c'è speranza nelle giuste cause, si può
sempre vedere la vittoria.
Anche se forse la mafia non sarà mai
sconfitta totalmente, abbiamo estremo bisogno di combatterla.
Nonostante l’indubbia forza della mafia, non per questo dobbiamo
rinunciare a farle guerra; in fondo fra Davide e Golia, certo non era
favorito Davide. Però questi aveva l'ingegno e la forza, non fisica
ma interiore, per sconfiggere anche il grande e potente Golia.
L'invito è, quindi, di ricordare
Peppino Impastato e quanto ha fatto per tutti noi, ma anche di
opporci a ciò che non è giusto e non far finta di niente perché
magari non vi siamo direttamente coinvolti.
Combattiamo: almeno potremo dire di
aver dato tutto per migliorare la situazione, almeno avremo dato
tutto affinché la lotta antimafia non perda il suo valore e il suo
significato.
-Pietro Possamai
“Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..
Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato..
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un'ideale ti porterà dolore..”
“Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di Giustizia che lo portò a lottare..
Aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato..
Si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un'ideale ti porterà dolore..”
Dalla
canzone “I Cento Passi” dei Modena City Ramblers
venerdì 21 novembre 2014
Ormai il progresso è ovunque...
Ormai
il progresso è ovunque, la tecnologia ha colonizzato gli angoli più
remoti della terra, e non smette di progredire.
Insieme
all’elettronica è cresciuto anche internet: “Il Grande Fratello”
di Orwell non si è mai avvicinato tanto alla realtà. Ognuno può
sapere dove siamo, con chi siamo e cosa facciamo sempre e a qualsiasi
ora.
Tutto
questo grazie ai social network: piattaforme sociali virtuali che
consentono alle persone di conoscersi parlare e condividere idee
pensieri e foto. E questa sarebbe una cosa molto bella se non la si
usasse a sproposito sostituendola alla vita reale. Questo avviene
soprattutto tra i miei coetanei che con tutte le applicazioni e i
social network che ci sono non hanno altro che l’imbarazzo della
scelta.
Anche
la politica ha “scoperto” quanto potenti possano essere i social
network e quanta risonanza possano avere e ora anche internet è
diventato un luogo di confronto e scambio di idee. Ogni partito ha il
proprio sito e ogni parlamentare ha una pagina facebook sulla quale
condivide le proprie idee.
Ormai
su internet si fa qualsiasi cosa, dalle primarie on-line del M5S alle
discussioni su cosa si meglio per il paese. La politica diventa
sempre di più uno spettacolo e sempre meno concreta.
Anche
in politica si può abusare di internet e spesso capita.
E
siccome “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” spetta
al singolo individuo capire come è meglio usare questi social
network per evitare che si trasformino in un’arma a doppio taglio.
Davide
Paolo Gardellin
venerdì 7 novembre 2014
workshop labuonascuola
#labuonascuola #workshop
Domenica 9 Novembre alle ore 15:00 vi aspettiamo al nostro primo evento della stagione invernale.
Con la collaborazione dei sindacati studenteschi abbiamo organizzato un workshop pomeridiano sulla riforma della scuola.
Il nostro obiettivo è scrivere un documento condiviso su #labuonascuola da inviare al governo
Programma
Saluti iniziali: Francesco Turra (GD Vicenza)
Videointervento di Maria Chiara Carrozza (ex ministro dell'istruzione)
Commento alla riforma
Greta Temporin (Rete degli Studenti Medi)
Divisione in gruppi e discussione
Relazione dai gruppi
Conclusioni Onorevole Giulia Narduolo (Partito Democratico)
sabato 1 novembre 2014
L'Europa per noi
Alle ultime elezioni Europee si era aperto un dibattito: restare o uscire dall'Unione Europea?
Ritengo che questo argomento coinvolga tutti noi Giovani, stà a noi scegliere come creare il futuro in cui vivremo. Premessa necessaria: sono fortemente pro-Europa e vorrei veder creati gli Stati Uniti d'Europa durante la mia vita (Sì, lo ammetto, sono un sognatore).
Ritengo che questo argomento coinvolga tutti noi Giovani, stà a noi scegliere come creare il futuro in cui vivremo. Premessa necessaria: sono fortemente pro-Europa e vorrei veder creati gli Stati Uniti d'Europa durante la mia vita (Sì, lo ammetto, sono un sognatore).
L'Europa è nata come una necessità, nel 1900, il secolo più cruento della storia, che ha visto 2 guerre mondiali, entrambe conbattute in Europa, cittá sono state distrutte, un popolo è stato quasi sterminato.
Finalmente, la generazione dei nostri nonni ha iniziato uno dei più grandi progetti della storia, la costruzione di una comunità di popoli diversissimi tra loro con una solo cosa in comune: il territorio dell'Europa. Ora apriamo gli occhi, rendiamoci conto che viviamo tutti liberi, studiamo insieme, lavoriamo insieme, purtroppo non abbiamo portato a termine questo grande progetto.
Ora tocca alla nostra generazione, saremo noi a decidere se si farà di tutto questo, se ricominciare a farci la guerra o unirci come un'unica identità.
Finalmente, la generazione dei nostri nonni ha iniziato uno dei più grandi progetti della storia, la costruzione di una comunità di popoli diversissimi tra loro con una solo cosa in comune: il territorio dell'Europa. Ora apriamo gli occhi, rendiamoci conto che viviamo tutti liberi, studiamo insieme, lavoriamo insieme, purtroppo non abbiamo portato a termine questo grande progetto.
Ora tocca alla nostra generazione, saremo noi a decidere se si farà di tutto questo, se ricominciare a farci la guerra o unirci come un'unica identità.
-Enrico grandi
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